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Immagine del redattoreSimone Sidoli

L'era dei "titoli di studio"


Recentemente mi è stato chiesto di quali titoli di studio io sia in possesso per avere l'autorità di esprimere un parere concreto sugli argomenti trattati nel mio nuovo libro.

Ufficialmente possiedo un diploma di architettura conseguito al Liceo Artistico, e alcuni attestati di corsi di grafica ma nessuna laurea in psicologia, in astronomia, in storia o archeologia, né in matematica o fisica.

Per molti non possedere un titolo di studio equivale ad essere ignorante ed un dilettante in questi settori della vita e quindi non essere degno neanche di un ascolto o della lettura di un parere su questi argomenti.

Personalmente mi dispiace molto per queste persone perché si precludono la possibilità di imparare cose nuove e crescere probabilmente più di quanto possano immaginare, e mi dispiace anche perché lo scopo del mio libro é proprio quello di combattere questi limiti mentali, che sono delle vere e proprie gabbie per il nostro essere. Quando ho scritto il mio saggio ero consapevole che non sarebbe mai stato per la massa ma solo per quelle persone che vogliono scoprire nuovi orizzonti.

Un religioso non leggerà mai questo libro perché per questa persona l'unica verità possibile sarà solamente quella della sua religione, uno scienziato non potrà mai tollerare ipotesi che possono mettere in discussione tutto ciò che ha imparato ufficialmente e potrei continuare a fare migliaia di esempi su storici, psicologi e qualsiasi altra categoria di individui che nascono da "titoli ufficiali". Poi invece esistono persone che ogni giorno si interrogano sull'esistenza, viaggiano ed osservano, sono curiose, fanno esperienze di vita dirette e fanno scoperte straordinarie che spesso cambiano la vita quotidiana e che plasmano il futuro nel bene e nel male. Di solito queste persone sono ribelli, antisistema, studiano privatamente quello che li fa crescere e nel loro impegno silenzioso cambiano il mondo. Se l'uomo non avesse inventato la ruota perché "si doveva fare sempre così" oggi spingeremo ancora i massi per terra.

La metà delle persone più ricche del mondo non sono laureate.

Possedere un titolo di studio non significa necessariamente sapere la verità ma spesso ripetere a pappagallo quello che ci viene raccontato a scuola. Con questo non voglio screditare le persone che scelgono di laurearsi, anzi penso che siano persone in gamba, ma credo che ragionare anche con la propria testa sia di fondamentale importanza per crescere in un mondo che sta diventando sempre più problematico. Ci vuole sempre umiltà.


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